Chiara Bettazzi


MADEINFILANDIA

Chiara Bettazzi
MADEINFILANDIA / residenza d’artista
VIDEO DURATA 01:27" color, mute
Monitor videosorveglianza anni 70


Il lavoro realizzato e presentato per Madeinfilandia 2017, si concentra sulla documentazione e su un tentativo di archiviazione di oggetti, opere, angoli, spazi, attimi e particolari individuati all’interno di questo luogo.
Una sorta di registrazione quotidiana dello sguardo in cui la memoria personale diventa l’elemento principale del lavoro. Un inventario restituito attraverso l’uso del video, proiettato attraverso un monitor di videosorveglianza recuperato all’interno del luogo stesso..



SATURNO

Chiara Bettazzi
SATURNO
video full hd, colore e audio, (20 minuti)
Prato, Agosto 2016.
Chiara Bettazzi - Gaetano Cunsolo / produzione SC17


Girato nel mese di Agosto, il film documenta il processo di pulizia di una cisterna industriale nel cortile di una fabbrica tessile. Sono gli operai della fabbrica stessa ad adoperarsi ogni anno in questa pulizia, e ogni anno a lavori terminati la trasformano in piscina.
É una riappropriazione temporanea dello spazio, uno sconvolgimento del suo uso e della sua destinazione. É un frammento di tempo dove sembrano scardinarsi le logiche della produzione ufficiale e si apre il campo ad una dimensione più affettiva, quasi biografica del lavoratore che ridefinisce inevitabilmente il suo spazio vitale.





STUDI

Chiara Bettazzi
studi - Roccamare 2016
Durata 7'30''  Colore  Suono
Ex Guarducci Prato


Il video è stato girato all’interno della pineta di Roccamare ( Grosseto ) e rappresenta una villa modernista abbandonata, con all’interno ancora innumerevoli arredi di design.
Il lavoro video è stato pensato a due canali, e affiancato ad un immagine fotografica, ( photographie trouvée ) che non solo ne rispetta il formato, ma ne analizza, grazie alla dimensione temporale dell’immagine in movimento, il luogo.





SPOSTAMENTI PROGRESSIVI

Chiara Bettazzi
Spostamenti progressivi
Tai Tuscan art industry 2015
après cup - a cura di Saretto Cincinelli
Durata 2.25'01''  Colore  Suono


Il video Spostamenti progressivi è stato girato in occasione della mostra Après cup a cura di Saretto Cincinelli.
Le riprese sono girate lungo tutto il perimetro dello spazio, posizionando la telecamera nel senso inverso, creando così un' immagine capovolta, che incontra oggetti e sculture posate sul pavimento dello studio dell’artista.





DEMOLITION

Chiara Bettazzi
DEMOLITION 26/06/12
Durata 24’ 48’’ Color Sound


“Il video racconta uno scenario che mi si è presentato due anni fa, in maniera casuale, mentre mi stavo dirigendo in studio. Camminavo lungo via Genova a Prato e mi ha incuriosito uno spazio aperto sulla strada dal quale proveniva un rumore assordante che si diffondeva dall'interno. Entrando mi sono trovata ad assistere ad una scena inusuale per me, era uno smantellamento brutale di molti oggetti e cose che si trovavano nel magazzino. In realtà era ciò che rimaneva di un processo iniziato giorni prima; uno sgombero di 80 famiglie cinesi che avevano costruito le loro abitazioni in maniera abusiva. Avevano tirato su muri e suddiviso l'ambiente in piccole stanze abitative e lavorative. Ciò che rimaneva dopo lo sgombero erano una serie di arredi.

In quel momento stavo lavorando in studio alla collezione di oggetti medici, sviluppando la mia ricerca indagando l'interno dell’oggetto, attribuendo una percezione organica a un qualcosa che si presenta per natura in maniera inversa. Medicavo e ingessavo con strumenti medici le congiunture delle sedie come fossero articolazioni di un corpo. La violenza con cui gli operai smantellavano gli arredi mi ha colpito moltissimo. La realtà che si era manifestata fa parte di una quotidianità che da anni si presenta nella mia città, ma a cui non avevo mai assistito in maniera diretta. Gli oggetti sono in qualche modo un prolungamento del corpo dell’uomo, portano con se le tracce delle vite delle persone a cui sono appartenuti, possiedono delle storie e una loro biografia data dalla stratificazione di una memoria , hanno anche loro un proprio ciclo di vita.

Le sedie presenti in questo video sono un oggetto-simbolo delle famiglie cinesi a Prato. Spesso le riconosci nei pressi dei cassonetti dell’immondizia, caratterizzate da legature, scocciature, e strati di cuscini e stracci di cui è ricoperta la seduta; sono quindi una parte visibile della loro cultura all'interno del tessuto pratese.

Ho fissato la scena con l’unico dispositivo che in quel momento avevo con me; attraverso il mio telefono cellulare ho cercato una visione più vicina possibile per percepire quel rumore che arrivava violento e rompeva quel vuoto. Le abitazioni che possedevano un’intimità e una memoria perdevano la loro identità trasformandosi in accumuli di detriti o corpi smembrati”.





COLLECTION

Chiara Bettazzi
Collection 2013
CONTEMPORANEA FESTIVAL 2013 video
Durata 45'6''  BN  Mute
Ex Guarducci Prato


La proiezione riproduce una serie di immagini scattate alla mia collezione di vetri chimici e farmaceutici. Il risultato visivo rimane nell’ambiguità, restando in bilico fra l’apparizione dell’oggetto e il suo fantasma, mostrando un ulteriorità dell’oggetto all’interno del percorso visivo dell’installazione. Partendo dall’ambiguità di un’ immagine che risultava dagli scatti fotografici realizzati posizionando l’oggetto su una lavagna luminosa e riproiettandolo quindi sul muro, l’oggetto mi regalava una nuova immagine che non era ne una mera radiografia ne un puro rayogramma, ma si manifestava davanti a me come se fosse un disegno tracciato sul muro . Questa nuova visione mi ha fatto riflettere sulla parola grafia, e sul suo significato più puro e originario, portandomi a considerare quest’immagine luminosa e il suo legame diretto con la scrittura e quindi con l’incisione.

È appunto molto interessante a questo proposito la definizione di Rayogramma che compare nel dizionario del surrealismo, del 1938, probabilmente scritta dallo stesso Man Ray e che : “Fotografia ottenuta per semplice interposizione dell’oggetto fra la carta sensibile e la fonte luminosa.” Che poi prosegue “Colte nei momenti di distacco visivo, durante periodi di contatto emozionale, queste immagini sono ossidazioni di desideri fissati dalla luce e dalla chimica, organismi viventi.”



MEDICAL

Chiara Bettazzi
MEDICAL 2012 Installazione video
Durata 14'18''  Color  Mute
Magazzino 1b Prato


L’installazione video è formata da un collage di più immagini in movimento realizzate nel mio studio, luogo in cui nascono la maggior parte dei miei lavori e luogo dove archivio da anni oggetti di uso quotidiano e dai quali si generano tutti i miei lavori. Il video M.E.D.I.C.A.L. è girato quindi in studio 'operando' su oggetti brevi azioni che tendono a mostrare l'interiorità dell'oggetto e la sua natura ambigua. Gli oggetti protagonisti di questo video sono essenzialmente oggetti medici, ciò che viene suggerito dalle immagini rimanda al corpo e quindi all’organico, cercando attraverso una simulazione di trovare una linea di confine tra ciò che è invece inorganico ma percepito qui come inverso. Questa è sicuramente una riflessione che avevo già iniziato ad affrontare nei miei lavori precedenti, tra cui Items found #05 (2011), presentato al Museo Pecci per la Biennale. Ma se nei miei lavori precedenti avevo lavorato sull'oggetto stesso come scultura, adesso, attraverso il video, mostro apertamente l'approccio sentimentale all'oggetto e la sua possibile trasformazione... in altre parole mostro il divenire dell'oggetto.





ACETONE

Chiara Bettazzi
ACETONE (2012)
Durata 6' 56''  Color  Sound


Acetone è un video girato nel laboratorio dell’artista con quattro telecamere posizionate in quattro posizioni diverse che riprendono nello stesso momento la medesima azione da più punti di vista. Di queste riprese ne sono state selezionate solo due, che sono poi servite al montaggio finale dell’opera. Quest’ultima è dunque il risultato di una selezione di materiale visivo in seguito assemblato quasi fosse un collage.
L’idea parte da una riflessione che si basa sulla definizione di cosa è arte e cosa è artigianato. Gli utensili impiegati dall’artista per “lavorare” il proprio corpo sono utensili per la lavorazione artigianale che nel video vengono invece utilizzati direttamente su delle mani. Ciò mostra provocatoriamente quanto la lavorazione dalla carne non si discosti poi così tanto da quella del materiale artigianale e quanto, di conseguenza, le tecniche dell’artigianato possano essere utilizzate per fini prettamente “artistici”. La linea che delimita le due “arti” diviene talmente labile da scardinare ogni gerarchia e rendere il tutto interscambiabile. Il corpo viene trattato come un qualsiasi materiale sul quale operano utensili di lavoro piuttosto che i più idonei strumenti usati nel settore estetico. Tale capovolgimento relativizza le distinzioni tra organico e inorganico attraverso la concezione dell’extraorganico, ossia una categoria superiore in cui le divisioni perdono significato. Inconsciamente l’opera rimanda anche al superamento delle categorie di genere maschile/femminile, dove il maschile viene associato all’attrezzo da lavoro e il femminile all’atto della manicure.